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Caramè e il grande ritorno di Angelina Mango

Angelina Mango è tornata, a sorpresa con un album che racconta il periodo difficile che ha vissuto nell’ultimo anno e mezzo. “caramè” è esattamente questo: una raccolta di pensieri sparsi racchiusi tra le note di un Iphone per poi trasformarsi in un incredibile viaggio musicale. Angelina si toglie la maschera, si mostra vulnerabile e diventa l’anti diva di cui questo mondo ha disperatamente bisogno.

Lo so, sembra banale, ma in un mondo costantemente pieno di bugie, foto condite con filtri bellezza e talmente abituato a indossare i filtri anche per l’anima, avere uno sguardo sincero – come quello di Angelina – è quasi una necessità. Mi è capito, in questi giorni, di ascoltare l’album in tanti momenti diversi e mai, neanche una volta, ho skippato una canzone. Angelina mi ha abbracciata e lo dico da non fan.

Mi ha accolto nel suo piccolo universo che si è rotto i mille pezzi, frantumato con un doppio salto carpiato finito con uno fragoroso sbang sull’asfalto. Fa male ascoltare “caramè“. Apre le ferite che ti porti dietro. Quelle che ti hanno resa diversa. Un cuore chiuso a doppia mandata difficile da riaprire. Muri su muri che quasi nessuno riesce a scavalcare senza una continua sfida, una messa alla prova che – tendenzialmente – termina con un “al primo errore sei fuori”.

“caramè” è un album di 15+1 traccia in cui Angelina cresce. Si toglie finalmente il mantello de “La figlia di” e mostra il suo talento incredibile, i suoi cambi vocali, i suoi falsetti studiati abbinati perfettamente ad una produzione musicale che non la uccide, ma la eleva all’ennesima potenza. Dopotutto per questo lavoro si è affidata alle sue stesse mani e a quell’intuito che abbinato all’esperienza di E.E.D regala all’ascoltatore un viaggio.

Si parte con “caramè“, la title track, ma anche un incredibile gioco di parole. Una dedica a sè stessa, ma allo stesso tempo un omaggio alle sue origini. Un’ intro, un brano che dice tutto, ma allo stesso nulla. La perfetta prefazione che regala piccoli sospiri.

Nel viaggio tra i suoi pensieri che prosegue con “7up” che racconta un giorno qualunque in cui ci si sente invisibili. La consapevolezza di essere banale, semplice, “una matricola qualunque” che non arriverà mai da nessuna parte nonostante tutti ti considerano “una star” con una vita da 100 e lode. Questo brano è anche una dichiarazione d’affetto per chi le ha dato la forza, la spinta per riprendere a camminare a testa alta. Si è vero Angelina, non sei una star, sei semplicemente te stessa.

Le scarpe slacciate” è la prima canzone che ricordo di aver sentito. Distrutta. Fin dal primo, distratto, ascolto mi sono sentita rappresentata. Dopotutto chi non è stato toccato da una delusione d’amore talmente forte da continuare a viverlo anche a distanza di tempo. In questo brano c’è una sofferenza profonda di una donna che cerca di riprendere il suo spazio nel mondo “i tuoi oggetti mi girano attorno come dei pianeti, provo a sistemare il sistema solare, mi invento qualcosa da fare”. Quando una relazione finisce, dopotutto, la prima domanda che ci si fa è “e ora che succede? Come ricomincio a respirare, a sorridere, a vivere?” e Angelina in questo pezzo lo racconta con sofferenza, con passione, con quel nudo realismo che ti apre in due e ti consegna i tuoi brandelli.

Il disco continua con “come un bambino“, “velo sugli occhi“, “pacco fragile“, “bomba a mano“, “cosìcosìcosì“, ma arriva al suo picco massimo con “io e io“. Il brano in feat con Madame che racconta la caduta e la rinascita. La fragilità e la forza. Quel dualismo, piccolo e invisibile che tutti noi abbiamo nel nostro universo personale e in cui ci crogioliamo quando abbiamo bisogno di fuggire, lontano. Madame in questo pezzo è incredibile. Fonde la sua voce e la sua personalità con quella di Angelina, mixandosi perfettamente e regalando un ascolto diretto, realistico e inteso.

Con “la vita va presa a morsi” Angelina si sbottona. Qui ci racconta quello che la vita è effettivamente: una montagna russa. A volte fa male, ma la vista da lassù è incredibile e quindi forse, anche il dolore è necessario per avere ricordi che vale la pena raccontare, rivivere e qualcosa da imparare così da diventare persone migliori per sè stessi e per gli altri.

“caramè” è un progetto che profuma di vita. Di verità. Angelina apre il suo cuore al suo pubblico e lo fa con delicatezza, con affetto, con amore e con quella voglia di tornare ad essere parte di questo mondo. Senza essere vittima e senza essere una star. Essendo semplicemente Angelina Mango e credetemi, lo sta facendo nel modo giusto.

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