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MI AMI Festival 2025: “Tutto sarà perdonato” e la musica come atto di libertà collettiva

Dal 22 al 25 maggio, l’Idroscalo di Milano ha ospitato una nuova, potente edizione del MI AMI Festival, che quest’anno ha scelto come frase simbolo “Tutto sarà perdonato”. Un messaggio potente, poetico e liberatorio, che ha accompagnato tre giorni di musica, incontro e condivisione.

Come ogni anno, il MI AMI non è stato solo un festival musicale, ma un vero e proprio rituale collettivo, dove migliaia di persone si sono riunite per ascoltare, scoprire, ballare, riflettere, lasciarsi andare. In un’epoca che spesso chiede performance e perfezione, il festival ha scelto la tenerezza dell’imperfezione, della libertà creativa, dell’umanità in tutte le sue forme.

Una lineup ampia e sorprendente

Il cartellone del MI AMI 2025 ha messo insieme voci consolidate e nomi emergenti, confermando ancora una volta la missione del festival: valorizzare la scena musicale italiana in tutte le sue sfumature. Dai live ad alta intensità emotiva degli PSICOLOGI, all’energia pop dei BNKR44, passando per le vibrazioni urban di SAYF, la voce avvolgente di JOAN THIELE e la coinvolgente elettronica di OKGIORGIO, ogni set ha portato qualcosa di unico.

Ma come sempre, la forza del MI AMI è anche nei nomi che si scoprono per caso, in uno stage nascosto o in un orario non previsto, e che finiscono per diventare la colonna sonora dell’estate di chi li ascolta.

“Tutto sarà perdonato”: un messaggio che resta

La frase scelta per questa edizione, “Tutto sarà perdonato”, ha risuonato in ogni angolo del festival. Una promessa? Una provocazione? Un invito a lasciarsi andare? Forse tutto questo insieme. In un tempo spesso frenetico e divisivo, il MI AMI ha ricordato che la musica è ancora un linguaggio capace di unire, curare e farci sentire parte di qualcosa.

Il MI AMI è (di nuovo) uno spazio di possibilità

Quella del 2025 è stata un’edizione che ha confermato il ruolo del MI AMI non solo come festival musicale, ma come termometro culturale, generatore di incontri e specchio di una scena in continuo movimento.

Chi è passato da Milano in quei giorni sa che non si è trattato solo di concerti: è stato un momento collettivo di libertà, identità e perdono, proprio come il claim prometteva.

Ci rivediamo il prossimo anno. Nel frattempo, tutto sarà perdonato – ma niente sarà dimenticato.

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