“Se il mondo attuale non è così bello, ci faremo bastare i ricordi”.
Questo è l’assunto provocatorio da cui STONA parte nel suo ultimo progetto musicale che porta appunto il titolo di “Ci Faremo Bastare i Ricordi”.
Un titolo che appare arrendevole. In effetti lo è, perché constata con cinismo analitico lo stato della realtà e tutti i temi in cui scende nella narrazione.
Ma non è affatto un’arrendevolezza fine a sé stessa. È proprio questo tono cinico che si trasforma in una vera e propria denuncia sociale. Quella di STONA è una voce di sfida che usa la musica per parlare di qualcosa di importante. Libertà, fragilità, umanità, comunicazione, connessione, conseguenze: queste sono alcune delle parole chiave che attraversano il disco.
In un’intervista rilasciata a Music Challenge, Stona dichiara:
“Ci Faremo Bastare i Ricordi” parla di resistenza in questi tempi bui, di provare a restare umani. Siamo in un’epoca in cui dovremmo essere iperconnessi grazie all’intelligenza artificiale e all’innovazione tecnologica, ma c’è mancanza di comunicazione tra di noi. Ma questo disco parla anche di libertà e di quali sono le conseguenze delle nostre azioni.
E proprio di quest’ultimo tema tratta quella che è stata la primissima canzone scritta per il disco, Uragani. È il singolo trainante dell’album, che esplora il tema della libertà. Ma ci lascia con una domanda amara e profonda in testa: quanto siamo veramente liberi? E cosa significa davvero “libertà”?
Il ruolo del cantautore è a tutti gli effetti quello di un cronista. Credo di essere un attento osservatore della realtà e per questo cerco di suscitare delle domande in chi ascolta.
Nel disco vi è anche una storia che si può definire di redenzione e rinascita, quella di Gaspare Mutolo. Un tempo mafioso vicino a Totò Riina, divenne poi collaboratore di giustizia e oggi pittore. A lui sono dedicati due brani, il breve intermezzo musicale intitolato # Il Pittore e Asparinu. Quest’ultimo pezzo, che porta il soprannome di Mutolo, racconta infatti la sua storia dall’ingresso in Cosa Nostra con i suoi giuramenti fino all’epilogo del pentimento.
Altro brano molto interessante di “Ci Faremo Bastare i Ricordi” è Puntine. Qui STONA analizza lo stato delle carceri italiane tra prigionia fisica e mentale. Puntine pone l’accento su quelle che sono le questioni più importati di cui dovrebbe occuparsi oggi la politica in merito alle carceri. In particolare parliamo del sovraffollamento e dell’assenza di cura del benessere mentale dei carcerati e i conseguenti suicidi. Il titolo, infatti, si riferisce proprio a uno dei metodi utilizzati dai detenuti per porre fine alla propria vita, ovvero l’ingestione di puntine o altri oggetti affilati.
Il brano, proprio per la sua intensità e per il suo realismo, è arrivato tra gli 8 semifinalisti del Premio Amnesty Emergenti 2025, sezione del festival “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”.
Dal punto di vista del sound, il disco si distingue per suoni ricercati e intensi, che spaziano da ballad intime a riff incisivi, fino a sperimentazioni strumentali di grande originalità. Ogni brano ha la sua firma musicale, ogni melodia è studiata per accompagnare il tema affidato a ciascun testo.
Questo progetto di STONA, dunque, non è certo un disco da ascoltare a cuor leggero. “Ci Faremo Bastare i Ricordi” è un album che richiede di essere ascoltato e compreso nelle sue sfumature più oscure, poiché crudamente reali.