dile sempre peggio

Dile,”Sempre Peggio” racconta l’amore che “ci brucia il cervello”

Ci risiamo, DILE l’ha rifatto ancora una volta. “Sempre peggio” è il suo ultimo singolo, uscito venerdì 23 maggio. Un nuovo capitolo di un libro cominciato – almeno per me – ormai due anni fa. Parlo di un nuovo capitolo perchè in qualche strano, assurdo, folle modo la mia vita è intrecciata alle canzoni di quest’artista abruzzese ed è quasi assurdo pensare che ogni singolo parli direttamente ad una situazione che sto vivendo, come se – effettivamente – avesse messo una cimice all’interno del mio corpo per avere sempre materiale su cui scrivere.

La verità, ovviamente, non è questa.  È liberatorio però pensare che viviamo tutti nello stesso piccolo universo, che abbiamo tutti gli stessi problemi e che – purtroppo – siamo tutti governati da un sentimento che cerchiamo, in ogni modo, di allontanare: l’amore.  È rassicurante pensare che la barca è la stessa e che non siamo soli con i nostri problemi, con il nostro cuore che fa i capricci e con la nostra mente che disperata lentamente ci travolge.

“Sempre peggio” è questo connubio. In questo brano c’è la malinconia e la tristezza di un cuore che non si arrende davanti all’evidenza. C’è la consapevolezza di un cervello stanco di star dietro alle crisi di altre persone. C’è un corpo che non riesce più a sopportare il ritmo di tutto questo e scoppia, inevitabilmente, nell’ansia e negli attacchi di panico. Fedeli compagni di viaggio di noi sognatori incalliti, disperati, quasi autosabotativi.. perchè si, diciamolo, correre dietro ad una persona che non ci vorrà mai non è coraggioso, ma autosabotativo.

Non prenderò sonno per colpa tua
Mi giro e mi rigiro nel letto
Chiedendomi se forse adesso stai piangendo
O se ti stringi forte a qualcuno che hai freddo
Cammino per la stanza che gira che gira
E non riesco a prendere bene la mira
Per scriverti un messaggio
Almeno una riga
Che ti faccia stare meglio

Noi, piccoli autosabotatori. Noi che ci giriamo e rigiriamo in un letto che diventa troppo grande immaginando di avere quella persona al nostro fianco. La stessa che ci fa passare notti intere senza dormire e ci fa trasformare in una “Wendy” moderna. Dopotutto saremo sempre pronti a tirare il paracadute a chiunque ne abbia bisogno. E in cambio? Beh, una lacrima che riga il volto e i pensieri che si aggrovigliano “Tra la testa e lo stomaco”.

Ma va sempre peggio
Ma va sempre peggio
Ma va sempre peggio
Questo amore mi brucia il cervello
Mi brucia il cervello
Mi brucia il cervello

E mentre la testa va, tutto attorno crolla e diventa “sempre peggio”. La ripetizione diventa il mantra del dolore che autoalimentiamo, una spirale verso l’Inferno che ci infligiamo non riuscendo ad uscire da questo loop mentale dell’ossessione. Non è reale, è solo frutto del nostro cervello che brucia e che mette a “ferro e fuoco” la vita vera, quella di tutti i giorni.

Taglio netto drastico
Attacco d’ansia gastrico
Chissà se abbiamo fatto bene
A prenderci le ferie
E non tornare più
Ma forse lo sa solo Dio
Che non mi caga mai
Come facevi tu
io come un samurai
Che non combatte più

Ed eccola qui la consapevolezza di cui parlavo. L’unico modo per stare bene, per uscire dalla tossicità è fare un “taglio drastico” per evitare l’ennesimo “attacco d’ansia gastrico”, ma non ci riusciamo. È più forte di noi. Ci ritroviamo ad essere il fantasma di noi stessi, a vivere una vita sottotono perchè la mente è sempre lì, brucia e fa male. E quindi tutto è nelle tue mani: tenere o lasciare? Io onestamente la risposta la so e sono certa che la sappia anche Dile.

Questo brano non chiede empatia: la pretende. È una seduta di psicoterapia notturna trasformata in hit pop, dove il tormento privato diventa rito collettivo. “Sempre peggio” ha la capacità di unire il dolore al movimento: un testo da camera, suonato su un beat da club. Una contraddizione coerente e che ci aveva promesso fin dall’inizio ” vi farò ballare anche col cuore in frantumi”. Ecco Fra, ce l’hai fatta.. ora non vediamo l’ora di urlarla quest’estate in giro per l’Italia.

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