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Daudia: l’armonia tra due voci che raccontano storie tra Italia e l’estero

Daudia, duo composto da Davide Maiale e Claudia Pasquariello, si distingue per le originali armonizzazioni che derivano dall’unione delle loro voci. Il 24 gennaio è uscito in digitale il loro nuovo album composto da 11 brani scritti sia in lingua inglese che in lingua italiana.

Come è nata la scelta di pubblicare un album sia in lingua italiana che in lingua inglese?

C.P.: Non è stata una scelta programmata, è stato tutto molto spontaneo perché questo album in realtà è una raccolta di canzoni nate prettamente in questi due anni. Poi abbiamo pescato anche una canzone che faceva parte di una pubblicazione precedente (2019) perché rientra in un filone che volevamo seguire. Dico che è stata una scelta spontanea perché abbiamo sempre un piede in Italia e un piede all’estero. Abbiamo collezionato molte esperienze fuori, e molte canzoni sono nate li in determinati contesti; quindi abbiamo pensato di raccoglierle in un unico album, fatto tra l’altro solo di inediti scritti interamente da noi, proprio perché volevamo che raccontasse il nostro progetto: la realtà di quello che facciamo, scrivere in italiano e in inglese. Da parte nostra è stata anche una scelta coraggiosa perché in Italia forse non c’è questa abitudine di ascoltare degli album in doppia lingua.

Come mai un album solo in digitale?

D.M.: In realtà abbiamo fatto anche il fisico. È uscito dopo perché tendenzialmente oggi la copia fisica è un ricordo, però ci sono anche degli appassionati (tra cui noi). Quindi, abbiamo voluto stamparlo con all’interno un libricino con i testi. L’abbiamo fatto come se fosse in vecchio stile.

Il vostro successo si è esteso prima all’estero. Come vi ha fatto sentire questa condizione? Come vi siete sentiti rispetto al vostro Paese d’origine?

D.M.: Non è stato così difficile perché quando noi abbiamo iniziato, le prime vere esperienze le abbiamo fatte all’estero con i talent. Quindi, i primi confronti artistici gli abbiamo avuti li; e siccome anche i nostri primi brani sono stati scritti in inglese non abbiamo sentito questa distanza enorme. Il nostro desiderio era proprio quello di andare fuori e iniziare li. Poi, per varie esigenze, anche perché noi siamo italiani, abbiamo pensato di tornare qui in Italia e di cominciare a scrivere in italiano. Però manteniamo un 50% di vita artistica fuori, e forse anche qualcosina in più. Siamo interessati a cosa succede fuori, c’è un altro mercato, ci sentiamo più nel nostro stile e nel nostro contesto all’estero. Però in Italia, scrivendo in italiano, cerchiamo di cavarcela.

Quali sono le 3 canzoni che non possono mancare nella vostra playlist?

C.P.: Qualunque di Taylor Swift, Una qualsiasi canzone di Baglioni,Tommaso Paradiso

D.M.: Io consiglio i Daudia, un Baglioni non ce lo toglie nessuno e basta. Io ascolto tutto; ma innanzitutto, io in macchina non ascolto musica. Lo so è assurdo, ma quando viaggio guardo film o serie tv. Non ascolto musica in viaggio. Non ho una playlist. Ma se apro Spotify io vado random nelle nuove uscite e nelle classifiche e ascolto tutto quello che passa, non ho artisti preferiti.

Come descrivereste la vostra musica a chi non l’ha mai ascoltata?

C.P.: La nostra caratteristica è quella di armonizzare le voci. È sicuramente una novità, nel senso che al momento nella scena musicale italiana non c’è qualcosa di simile a noi, o almeno non è ancora uscito fuori. Le nostre voci insieme creano una terza voce che è facilmente riconoscibile, è la sintesi di entrambe. La nostra musica spazia nel pop: inizia con un sound acustico e poi si evolve verso altre sonorità, e soprattutto a noi piace raccontare storie. Non sono mai canzone nate a tavolino per soddisfare le esigenze del pubblico o perché c’è moda su una determinata tematica, quindi sono tutte canzoni che raccontano storie.

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