Venerdì 27 giugno esce “Roma è l’America” (VSNR Label), il nuovo singolo di riovale.
Un sabato sera, una ragazza che balla, un drink di troppo e una città che sembra diventare qualcos’altro. “Roma è l’America”, il nuovo singolo di Riovale, è tutto questo. Una notte sbagliata al momento giusto, dove si mescolano beat, confusione, emozioni non dette e quella voglia feroce di non sentire più niente.
Con una produzione elettronica dritta, pulsante, ipnotica, Riovale torna un anno dopo Barceloneta con un brano che racconta – con il tov sfacciato e piccante che lo contraddistingue – il malessere leggero ma continuo di una generazione che vive tra hype, FOMO e felicità ostentata. La cassa è dritta, il mood è estivo, ma il sottotesto è amaro: dietro ogni ballo, c’è il bisogno di sparire un po’.
“Roma è l’America è nata in una notte dove avevo bisogno di scappare, ma non c’era nessun posto dove andare. Solo un club, una lei, e un po’ di musica” ha raccontato Riovale. “È una canzone che sembra leggera, ma parla del peso di dover essere sempre ‘in forma’, sempre felici, sempre in giro. Quando invece, spesso, vogliamo solo starcene zitti, o scomparire. “Roma è l’America” è una provocazione”.
Il testo è crudo, diretto e senza filtro. “Barman, fammi quattro di tutto” diventa un mantra da pista da ballo, mentre frasi come “non voglio né vederla né sentirla” o “pensavo che era solo sesso, fino a che voleva conoscere i miei” raccontano senza romanticismi le relazioni affettive confuse di una generazione iperconnessa e sempre in ritardo sulle proprie emozioni.
E poi c’è lei, Roma, che a tratti sembra davvero Los Angeles, la California, l’America dei sogni – un’illusione perfetta a cui aggrapparsi mentre il mondo reale brucia. “Quando parli mi pari in sbornia, quando balli mi pari troia” è un’immagine volutamente scomoda. Una di quelle che riflette perfettamente il disincanto giovanile e la confusione tra attrazione e alienazione, tra desiderio e distanza.
“Roma è l’America” è un brano generazionale, che fotografa un momento preciso e condiviso: quello in cui ci si sente vuoti ma vivi, presenti ma fuori fase, felici solo con la musica a palla e la testa altrove.