Quanto rumore può fare un sussurro? Con Maldivita, il primo album solista di Plant – ex La Sad – la risposta è: tantissimo, se quel sussurro sa dove colpire.
Uscito il 3 ottobre 2025, l’album è un viaggio emotivo tra fragilità, ansia, amore e disincanto. Il titolo, parola inventata, unisce “malattia” e “vita”: un ossimoro che racconta il disagio di una generazione che corre per non sentire.
Prodotto da Mike Defunto, Sterza, MOKA e altri, l’album alterna elettronica rarefatta e chitarre minimali. Le voci — la sua e quelle di Nitro e Sally Cruz — non cercano spettacolo ma verità. In “Come l’aria”, Plant canta l’assenza come fosse ossigeno; in “Dottore”, sfiora il dolore con lucidità inquieta.
La voce è fragile, imperfetta, umanissima: non cerca lodi ma connessione.
Un disco che non consola, ma accompagna
Rispetto all’energia collettiva de La Sad, qui c’è un tono più intimo, più scritto con l’inchiostro della notte. È un disco che non urla per farsi ascoltare, ma sussurra per costringerti ad avvicinarti.
“Maldivita” è imperfetto, ma vero. Non offre risposte, ma fa sentire meno soli. È una confessione sotto voce in un mondo che non tace mai.
Ora analizziamone le tracce:
- SENZA FUTURO (INTRO)
Un’apertura sospesa, rarefatta, che pone il tono emotivo dell’album: atmosfere eteree, silenzi misurati e un senso di vuoto che già anticipa le inquietudini successive. - DOTTORE (feat. Nitro)
Duetto teso e confessionale: Plant e Nitro intrecciano parole di cura e conflitto, tra fragilità esistenziale e ricerca di guarigione, su beat contemplativi. - MALDIVITA
Traccia centrale e omonima: raccoglie il concetto del disco in versi essenziali, scanditi da sintetizzatori leggeri e voce che esita ma lascia il segno. - AMARA COME TE
Un brano di rimpianto e accettazione: Plant canta una figura amata con consapevolezza del dolore che comporta (la fine necessaria di una dipendenza) , sostenuto da un arrangiamento delicato ma penetrante. - UP&DOWN (feat. BNKR44)
Contrasti evidenti: saliscendi emotivi nel testo, momenti più ritmati accoppiati a pause dense, un incontro tra l’energia urbana e la malinconia interiore. - VIOLA
Un brano intimo, in cui la voce è accompagnata da suoni ambientali – poesia e colore si fondono in un dialogo silenzioso tra emozione e memoria. - SCARABOCCHIO
Traccia dalle immagini sghembe: testi frammentari come schizzi, suoni nervosi, una fuga dall’ordine per cercare verità nel caos emotivo. - NOSTALGIA
Tono malinconico e riflessivo: ricordi ed assenze dialogano su un tappeto minimal, dove ogni nota porta con sé il peso del tempo che torna. - PIPISTRELLO (feat. 18K)
Oscurità urbana e ritmo contenuto: Plant e 18K esplorano le contraddizioni notturne, le luci spente, le ombre che parlano. - LA CATENA DELL’ODIO
Una traccia dal carattere più deciso: contrasti testuali tra rabbia e resa, sospesi a una base che pulsa con accumuli di tensione. - COME L’ARIA
Un brano che respira letteralmente: tra assenze, distanza e bisogno, Plant trasforma il silenzio in parola e il vuoto in presenza. - MESSAGGIO D’ADDIO (feat. Sally Cruz)
Duetto che sa di separazione: le voci dialogano come due cuori che si allontanano, tra desiderio e resa, su un tappeto sonoro dolente. - PICCOLO ME
Chiusura intima e raccolta: un bilancio personale, quasi una lettera a se stessi, chiusa con dolcezza e consapevolezza, priva di orpelli ma piena.
“Maldivita” non è solo un album, è uno specchio rotto dove ogni frammento riflette un’emozione vera. Plant firma un debutto solista che non cerca consensi facili, ma dialoga con chi ha il coraggio di sentirsi — anche quando fa male. Un disco che resterà, in silenzio, ma con voce propria.

