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Olly arriva a Roma, che “Balorda Nostalgia” ogni volta!

Ci risiamo. Olly è tornato a Roma con la sua “Balorda Nostalgia” e noi non potevamo perdercelo per nessun motivo al mondo. C’è poco da fare, vedere Federico Olivieri e la sua straordinaria squadra sul palco è quello che serve per alleviare – anche solo per un po’ – il peso di un mondo troppo difficile da sopportare. Ma non è solo questo, è una connessione profonda, viscerale.

Un amore viscerale quello tra Olly e il suo pubblico. Una passione così forte l’ho vista solo per un’altra persona. Il ragazzo in questione si chiama Niccolò e ha riempito nel giro di 3 anni il Circo Massimo di Roma e conta una schiera infinita di sold out in giro per l’Italia, beh si, ovviamente parlo di Ultimo. Lo stesso che, proprio qualche giorno fa, ha “battezzato” Federico cantando con lui – sul divano di casa “Balorda Nostalgia”, la canzone che ha vinto il Festival di Sanremo. Ma veniamo al dunque, al momento in cui tutto quest’amore si trasforma in energia.

Ecco si la parola d’ordine al concerto di Olly è proprio questa: Energia. Le luci si spengono, le urla si alzano, parte il medley delle sue canzoni con un ritmo incalzante e tutti ballano, cantano, urlano e si sbracciano all’ingresso di Dalila, Pierfrancesco e Juli. E poi ecco lì, il momento catartico, quello che tutti stavamo aspettando. “Che caldo Roma”, è così che Federico decide di entrare in scena. Un boato, l’Atlantico che si accende di nuova luce, di passione, di energia, di vita. La stessa che l’artista ci racconta tra le parole dolci delle sue canzoni. Una vita semplice, fatta di alti e bassi, di amori che nascono, si vivono e si esauriscono tra la luce fioca di una candela. È “tutta vita“, dopotutto.

Olly non si risparmia. Da tutto al suo pubblico e riceve – di ritorno – la scarica di adrenalina necessaria per ricaricare le pile. Ed è proprio quello che ho fatto anche io sotto quel palco: mi sono ricaricata. Tra le note che canto a squarciagola in macchina, quelle che ho dedicato a quel ragazzo che mi ha spezzato il cuore, ma soprattutto quelle che ogni giorno dedico a me stessa, alla donna che passo dopo passo sto diventando. Un po’ come una “Bianca” che – sopraffatta da tutto – un giorno comincia ad urlare a “Squarciagola” davanti al mare. Quello che succede poco prima di decidere di buttare tutto all’aria. Di tornare a sorridere dopo aver stravolto tutto, diventando “Devastante” e pensando che “Quei ricordi là” ci salveranno quando gli “Scarabocchi” ci affolleranno i pensieri.

Olly riesce con la sua semplicità a portarci nel suo mondo. Nella sua stanza da bambino quando sognava questo, nella sua Genova, tra i testi di De Andrè che l’hanno fatto diventare grande, tra i cori della sua Samp, nelle sue relazioni umane; le stesse che ritroviamo lì a supportarlo sugli spalti, facendo più casino di tutti, facendo capire a tutti quanto sono fieri del loro “Ico”.

E quindi va bene. Va bene vivere di pancia e urlare con tutta la voce. Va bene riconoscersi nei sorrisi che tornano sui volti dopo essersi commossi alla canzone che ci ha segnato. E’ legittimo piangere sulla spalla dell’amica di sempre o videochiamarla se non è vicino a noi. Va bene condividere un pezzo della nostra storia insieme a sconosciuti. Va bene ed è giusto così. Perchè tutto quello che conta davvero è ricordarsi che” è festa e la festa siamo proprio noi“.

Olly arriva a Roma nel giorno in cui si sarebbe dovuto esibire a Basilea all’Eurovision Song Contest, ma lui ha scelto diversamente. Ha scelto tutti noi, ha scelto la sua gente. Ha scelto i volti delle ragazze giovanissime che lo seguono ad ogni tappa, dando loro l’importanza che meritano e una grande lezione: scegli di essere chi davvero vuoi essere. E poi chissà, magari il prossimo anno cambia idea, molla tutto e scappa in Bolivia lasciandoci solo una “Balorda Nostalgia“.

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