Il Super Aurora Festival è giunto al termine ormai una settimana fa, ma ancora oggi è difficile guardarsi indietro senza sorridere per quelle emozioni così belle vissute sotto il palco di uno degli eventi più belli della Capitale. Due giorni ricchi di colpi di scena, di amici, di gioia, ma soprattutto di tanta musica, la stessa che oggi – in queste poche righe – vi proveremo a raccontare andando a snocciolare i tanti lati positivi, ma anche quelle piccole sfumature negative di un festival dalle vibes coachelliane destinato a crescere negli anni.
Prima di proseguire nel racconto però è necessario fare un legittimo salto indietro spiegandovi cos’ è il Super Aurora e perché è cosi importante per il panorama musicale romano. Il Festival di Roma nasce da un’idea dell’Alcazar Live in collaborazione con Spaghetti Unplugged e, ispirandosi ai grandi eventi internazionali, si pone l’obiettivo di riportare la musica al centro della vita sociale della Capitale. Per fare questo si è scelto un luogo incredibile a due passi dal mare: Castello Chigi, la residenza di caccia dei principi romani che si erge sulle rive del litorale di Ostia.
Il Super Aurora si snodava su 4 palchi e una line up assurda che spaziava tra generi, mood e vibes totalmente diverse. Un alternarsi di artisti diversi tra loro che hanno colorato – con la propria musica – una location meravigliosa facendo divertire, ballare, cantare e talvolta piangere i tantissimi che erano lì per godere di quest’arte incredibile.
Il primo giorno ha preso il via con i Frenesya, passando per L’Officina della Camomilla che ha fatto pogare tutti, anche i più grandi, sotto un sole cuocente dell’estate romana, arrivando al meraviglioso e attesissimo live dei FASK in cui Aimone & co non si sono risparmiati riuescendo a donare tutto ad un pubblico totalmente in fissa, la prima giornata si è conclusa poi con il live di Craig David, l’artista più atteso di tutto il festival.
Il secondo giorno, per noi cominciato leggermente più tardi, aveva la presenza dell’artista che più di tutti attendevo: Giuse The Lizia. Ecco per questo voglio perdere qualche minuto in più del vostro tempo perchè si, è vero, ogni artista è importante e unico, ma ce ne sono alcuni che riescono ad entrarti dentro arrivando dritti al cuore e colpendolo più e più volte senza un apparente motivo.
Giuse per me è questo: un artista conosciuto relativamente da poco, grazie ad una persona speciale, che con la sua musica è riuscito a cogliere sfumature chiuse in un cuore troppo spesso ferito. E quindi fa niente se sei una giornalista, fa niente se sei più grande di lui, tutto smette di avere senso e ti lasci trasportare da quella musica che fino a quel momento avevi ascoltato solo nelle tue cuffiette e cominci a cantare, ballare, saltare sotto palco perchè si, per una volta, torni ad essere una bambina e a vivere a pieno quelle emozioni che cerchi di nascondere. Poi ti volti, incontri lo sguardo dell’artista sul palco e ti rendi conto che va bene così perchè la musica è questo, è libertà, condivisione, emozione e amore.
La seconda serata è poi continuata con un’incredibile show di Big Mama che ha portato sul palco del Super Aurora non solo la sua musica, ma un messaggio di femminismo ed inclusività pazzesco, spesso dato per scontato, ma necessario ancora oggi per ricordare che siamo tutti esseri umani e, in quanto tali, abbiamo la stessa possibilità di amare ed essere felici; a seguire, per continuare questo flusso incredibile di energia, sul palco è salito un sorprendente Mecna che con la sua leggenda del 31 è riuscito a far piangere tutti.
Descrivere a pieno le emozioni del Super Aurora non è sicuramente possibile, ma vi basta sapere che sotto quel palco c’era un’incredibile voglia di amarsi, di urlare, di cantare e di vivere a pieno il tempo che abbiamo su questa terra. E tra un giro sulla ruota panoramica, un panino mangiato al volo prima di correre da uno stage all’altro, uno spritz bevuto in compagnia e un sorriso scambiato con amici sinceri ti rendi conto che la perfezione non esiste e che anche le piccole increspature organizzative (gestite magnificamente dai ragazzi dello staff) passano in secondo piano davanti alle energie positive che tutti noi ci siamo portati a casa.
E quindi non ci resta che aspettare un lungo inverno per tornare nuovamente a Castello Chigi per la seconda edizione del Super Aurora Festival, noi sicuramente siamo pronti.