La Municipal torna “Dopo tutto questo tempo”, un nuovo album tra ricordi e malinconia

La Municipal torna “Dopo tutto questo tempo”, un nuovo album tra ricordi e malinconia

La Municipàl sono un duo musicale indie pop italiano formatosi a Galatina nel 2013 e composto dai fratelli Carmine e Isabella Tundo. Il nome, che a detta di Carmine si pronuncia alla francese, vuole essere un omaggio al padre, ex comandante della polizia municipale, e ironicamente anche ai genitori dei musicisti che accompagnarono Carmine e Isabella all’inizio del percorso, anche loro vigili urbani. Tornano con un nuovo album “Dopo tutto questo tempo” prima di annunciare un tour in tutta Italia.

Sono passati tre anni dal vostro ultimo progetto tornate con un album dal titolo “Dopo tutto questo tempo”: cos’è successo in tutto questo tempo che ti ha spinto a tornare?

Sono stato parecchio in giro con altri progetti, “Mundial” soprattutto e ho pubblicato dischi di generi molto diversi da La municipàl, e questo mi ha dato il tempo giusto di aspettare che le canzoni mi arrivassero in maniera forte e da un’esigenza reale.

In “Dopo tutto questo tempo” racconti delle tue tempeste personali, di delusioni, di fallimento, ma anche di chi resta: sapendo la piega che alcune situazioni prenderanno cambieresti qualcosa della tua vita?

Me lo chiedo spesso ma arrivo quasi sempre alla stessa conclusione, ogni evento, bello o brutto che sia fa parte di un percorso necessario alla crescita umana, quindi non cambierei nulla, terrei soprattutto le cose negative, perché sono quelle che ti formano e ti fanno crescere.

Rispetto alla scrittura dei tuoi brani sei sempre molto meticoloso, minuzioso di dettagli, inclusi nomi, vie e momenti specifici: ci sono mai state ripercussioni da parte di qualche persona citata? O c’è qualcosa che hai scritto di cui oggi ti penti?

Ci sono state ripercussioni, ma sin dagli inizi cerco di non autocensurarmi e di raccontare cose che sento veramente, e ho imparato a convivere con le inevitabili conseguenze del mettersi a nudo in un disco.

Il tuo percorso musicale si sviluppa principalmente nell’indie rock/alternative rock, quali sono stati gli artisti che hanno – in qualche modo – contribuito al tuo processo artistico e quali sono le tre canzoni che non smetteresti mai di ascoltare?

Non ho un’artista in particolare, anche perché ora ho una visione della musica molto più ampia di un tempo, la “forma canzone” comincia a starmi stretta, ecco perché sperimento sempre con altri progetti, ma più che canzoni ti direi artisti, Yann Tiersen, Hans Zimmer e Moby.

Parlando di live, hai un calendario fittissimo con i Mundial, come fai a conciliare tutti i tuoi vari progetti? E soprattutto parlando di live.. Avete dei riti scaramantici o degli oggetti che non possono mai mancare prima di un’esibizione?

Mi piace stare perennemente in tour e quando stai fermo con un progetto devi per forza stare in giro con un altro, come in qualsiasi lavoro non puoi permetterti di stare fermo e poi stare in giro è sempre benzina sul fuoco della creatività. Abbiamo diversi motti che intoniamo subito prima di salire sul palco, ma sono troppo volgari per lasciare una traccia scritta 

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